Care Socie e Cari Soci della SIMFER,
Il 4 agosto la Conferenza Stato Regioni ha espresso parere favorevole su due documenti di grande importanza per la nostra di disciplina: ha determinato l’accordo sul documento “Linee di indirizzo per la individuazione di percorsi appropriati nella rete di riabilitazione” e l’intesa sul documento “Criteri di appropriatezza dell’accesso ai ricoveri di riabilitazione ospedaliera”.
Si tratta di documenti lunghi e complessi, e meritano un’analisi che non è possibile condensare in poche righe. In estrema sintesi, il primo rappresenta una “linea di indirizzo nazionale da utilizzare come supporto per la programmazione, riorganizzazione e potenziamento dei modelli assistenziali e dei servizi sanitari e socio sanitari a livello regionale o locale” e indica criteri generali per lo sviluppo dei percorsi riabilitativi, in una prospettiva di continuità, dalla fase acuta di insorgenza della condizione disabilitante, alla fase ospedaliera, a quella territoriale/domiciliare. Sono importanti i riferimenti alla logica di una rete integrata di servizi e l’esplicito richiamo al Piano di Indirizzo 2011; aspetti più critici riguardano il minore approfondimento della fase territoriale e la mancanza di riferimenti alle problematiche dell’età evolutiva.
Il secondo documento riguarda nello specifico l’assistenza riabilitativa in regime di ricovero ospedaliero che delinea criteri omogenei per valutare l’appropriatezza di accesso alle unità codd. 56, 28 e 75, sia per i ricoveri immediatamente successivi ai ricoveri in strutture per acuzie che per quelli non in continuità con eventi acuti.
I due dispositivi sono in gestazione da molti anni; dopo l’approvazione del Piano di Indirizzo del 2011 (PINDRIA), nel 2012 venne promosso dal Dipartimento Programmazione del Ministero uno studio sull’appropriatezza dei ricoveri in riabilitazione con il supporto di un tavolo tecnico, cui parteciparono gli stessi rappresentanti delle società scientifiche (inclusa la SIMFER) che avevano lavorato e prodotto il Piano. Sulla base dei risultati dello studio, nel 2015 lo stesso Dipartimento elaborò una prima versione del documento sull’appropriatezza e trasmesso al Consiglio Superiore di Sanità. Il Consiglio consultò le Società Scientifiche, compresa la SIMFER, una prima volta nel 2016.
In tale sede, la SIMFER espresse diversi rilievi sul documento, in particolare sulla necessità di includere indicatori funzionali nei sistemi di codifica (flussi SDO).
Il CSS espresse parere sul documento appropriatezza nel giugno 2016. In seguito, fu oggetto di diverse rivalutazioni ed aggiornamenti da parte del Dipartimento Programmazione. Negli stessi anni, lo stesso Dipartimento sviluppò il documento sui percorsi, presentato formalmente alle Società Scientifiche una prima volta nel 2018.
L’iter dei due documenti è stato sempre attentamente seguito dalla SIMFER, che ha avuto numerosi momenti di confronto i vari interlocutori istituzionali fin dal 2016 (Direzione Generale della Programmazione Sanitaria, Consiglio Superiore di Sanità, Commissione Salute della Conferenza delle Regioni…). In tali occasioni ha sempre cercato di contribuire al miglioramento dei due dispositivi, tenendo conto dei principi fondanti della nostra disciplina e dell’interesse generale delle persone che si rivolgono ai nostri servizi. Molte delle osservazioni e delle proposte della SIMFER sono state recepite nel corso delle varie revisioni, comprese anche osservazioni critiche su alcuni aspetti non condivisibili e su aspetti che risultano affrontati in modo carente o non aggiornato. Questa continua azione di stimolo propositivo e costruttivo ha portato ad un risultato che, pur non ottimale, rappresenta una tappa rilevante nello sviluppo dei nostri servizi, e che può essere un’occasione cruciale per valorizzare il ruolo e la professionalità del fisiatra.
La SIMFER ribadiva da tempo la necessità di un aggiornamento normativo complessivo del settore, per favorire equità di accesso alle cure a livello nazionale ed una omogenea e adeguata qualità dei servizi. Tale necessità è ancor più impellente a seguito della pandemia di COVID19, che conferma il ruolo cruciale dell’assistenza riabilitativa, purtroppo pesantemente penalizzata dai recenti eventi.
La SIMFER, pur avendone sempre segnalato diversi aspetti di criticità, ritiene che i due documenti siano un primo importante passo in tale direzione anche perché prevedono una inziale fase di sperimentazione ed una adeguata revisione dei sistemi di codifica delle attività ospedaliere di riabilitazione, meglio orientati a descrivere la situazione clinica, il livello di complessità assistenziale ed il fabbisogno terapeutico delle persone affette da condizioni disabilitanti di diversa origine.
Con una lettera inviata al Ministero e Conferenza Stato Regioni il 31 luglio scorso, la SIMFER aveva ancora una volta sollecitato la conclusione dell’iter dei provvedimenti, mettendo a disposizione le proprie risorse scientifiche, professionali ed organizzative nella fase di sperimentazione e di attuazione.
Quest’ultima presa di posizione, fatta dalla SIMFER nell’interesse generale, oltre che per un giusto riconoscimento del contributo apportato allo sviluppo dei documenti, ha suscitato diverse critiche, in parte legate a – pur legittimi- interessi specifici, ma in molti casi ad una conoscenza superficiale del contenuto dei documenti.
Constatiamo con favore che le nostre istanze erano corrette e che il nostro auspicio si è realizzato, ma si tratta solo di un primo passo; la SIMFER si impegna da subito all’analisi puntuale delle ricadute dei due provvedimenti, con la valorizzazione degli aspetti che possono contribuire dare migliore risposta ai nostri utenti ed alla correzione degli aspetti di criticità. Confidiamo nel contributo costruttivo di tutti in tale azione di approfondimento e nelle future fasi operative.