INDICAZIONI AD INTERIM PER LA PROTEZIONE DI UTENTI E OPERATORI SANITARI NEGLI INTERVENTI DI MEDICINA FISICA E RIABILITATIVA IN SETTING AMBULATORIALE E DOMICILIARE NEL POST-EMERGENZA COVID19
AGGIORNATE AL 24 APRILE 2020
Tenendo conto dell’attuale favorevole andamento epidemiologico della pandemia COVID 19 e del conseguente incremento delle richieste di presa in carico riabilitativa da parte della popolazione su tutto il territorio nazionale, in vista di una prossima graduale ripresa delle attività di Medicina Fisica e Riabilitativa ambulatoriali e domiciliari, si impone un rigoroso rispetto di alcuni principi essenziali finalizzati al contenimento della diffusione del contagio, alla prevenzione di una sua ripresa e a garantire la massima protezione sia ai singoli operatori sanitari e sia di utenti e caregiver.
Le ordinarie misure di igiene e prevenzione e protezione praticate in tutti i presidi ambulatoriali di Medicina Fisica e Riabilitativa rimangono comunque adeguate a rispettare i generali obiettivi di protezione dell’utente e degli operatori sanitari coinvolti e pertanto vanno ovviamente mantenute.
Considerando però l’emergenza nazionale della pandemia COVID19, vi è l’indicazione ad adottare ulteriori misure pratiche al fine di impedire o limitare la diffusione del virus, tenendo conto delle specifiche modalità di trasmissione del SARS COV2.
In particolare, per tutti gli utenti che, per una valutazione fisiatrica e/o presa in carico riabilitativa, si dovranno recare in ambulatorio o essere gestiti in setting domiciliare, è necessario:
- Seguire attentamente e rispettare le disposizioni delle Autorità Sanitarie Nazionali Regionali e Locali per la valutazione e prevenzione del rischio di diffusione di COVID-19;
- Seguire attentamente e rispettare le disposizioni delle autorità sanitarie Regionali e locali per la valutazione e prevenzione del rischio di COVID-19. In occasione del primo accesso, effettuare un triage telefonico volto ad individuare la condizione di sintomaticità o di contatto con altre persone provenienti da zone rosse o con persone in quarantena o con diagnosi sospetta o confermata di COVID-19; tale triage sarà poi convalidato e validato dall’interessato in ambulatorio o presso il proprio domicilio (in caso di pazienti impossibilitati, sarà sottoscritto dall’avente diritto) e controfirmato dal sanitario/collaboratore che l’ha eseguito (All.3). Per gli accessi ripetuti il triage andrà ripetuto dall’operatore, prima di ogni seduta di valutazione/trattamento. Consigliare all’utente di portare con sé solo lo stretto indispensabile per la visita o il programma riabilitativo;
- Dare indicazioni di presentarsi dotati di mascherina chirurgica e, se accompagnati, avere al massimo un solo accompagnatore; nel caso di accessi ripetuti che l’accompagnatore sia lo stesso. L’accompagnatore deve essere sottoposto a sua volta al triage ed essere in possesso di mascherina chirurgica;
- Rilevare la temperatura corporea mediante termometro “senza contatto”, di tutti gli utenti che accedono alla struttura per valutazioni mediche o trattamenti riabilitativi e del loro eventuale accompagnatore (solo se indispensabile) e degli operatori ad inizio turno;
- Per ridurre l’assembramento di persone nelle sale d’attesa prevedere un calendario di appuntamenti con orari distanziati sia per le visite sia per le prestazioni di Medicina Fisica e Riabilitativa, evitando il più possibile sovrapposizioni di orario;
- All’arrivo nella struttura, qualora l’utente e l’eventuale accompagnatore/caregiver, non ne fossero già in possesso, fornire mascherina chirurgica; dopo aver collaborato a facilitare l’accesso dell’utente ai locali di valutazione o cura, salvo casi particolari, l’accompagnatore/caregiver dovrà tornare in sala d’aspetto, mantenendo la mascherina e la distanza interpersonale;
- Negli ambienti di attesa, negli ambulatori e nelle palestre o in altri locali di cura va previsto un periodico adeguato e continuo ricambio di aria; le sedie vanno posizionate o rese utilizzabili in modo da mantenere una distanza minima di 1,5 m; evitare la presenza di oggetti che possano essere veicoli di contaminazione (riviste, opuscoli, borse ed altro);
- Mettere a disposizione di utenza ed operatori in più locali (sale attesa, ambulatori, box, palestre, segreteria ecc.) soluzione disinfettante idroalcolica per l’igiene delle mani;
- Circa l’utilizzo di Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) fare riferimento all’allegato 1 (per le attività ambulatoriali) e all’allegato 2 (per le attività domiciliari) che forniscono indicazioni differenti in funzione del ruolo rivestito, della mansione da eseguire e dalle caratteristiche cliniche dell’utente. È comunque indicato che, fatto salvo intolleranza, l’utente indossi sempre la mascherina chirurgica;
- La sanificazione dovrà essere effettuata alla riapertura della struttura con apparecchiature idonee e validate (ad es. ozono o perossido d’idrogeno); ogni giorno dovrà essere effettuato il lavaggio anche con comuni disinfettanti per uso ospedaliero, quali ipoclorito di sodio (0,1-0,5 %), etanolo (62-71%) o perossido di idrogeno (0,5%);
- Al termine di ogni visita e di ogni seduta di trattamento, sarà premura di ogni singolo operatore provvedere alla disinfezione delle superfici di lavoro, apparecchiature elettromedicali e attrezzature fisioterapiche con ipoclorito di sodio (0,1-0,5 %), o etanolo (62-71%) o perossido di idrogeno (0,5%). Per i lettini da visita o trattamento, si consiglia l’impiego di lenzuolini in carta e di avere cura di disinfettare il lettino stesso tra un paziente e l’altro oppure in alternativa utilizzare lenzuolini copri lettini in TNT con bordi elastici;
- Tutte le superfici ad alta frequenza di contatto (es. maniglie, corrimani, tavoli, sedie e le altre superfici a rischio) devono essere pulite più volte al giorno con ipoclorito di sodio (0,1-0,5 %), o etanolo (62-71%) o perossido d’idrogeno (0,5%);
- Durante le operazioni di pulizia, disinfezione e/o sanificazione con presidi medico-chirurgici, deve essere assicurata la ventilazione degli ambienti. Tutte le operazioni di pulizia devono essere condotte da personale addetto che indossa i necessari DPI secondo le indicazioni dell’allegato 1;
- Promuovere la formazione e la responsabilizzazione di tutti gli operatori della struttura, affinché non diventino essi stessi sorgenti nella catena di trasmissione della infezione. A tal fine va raccomandato che anche al di fuori dell’ambiente di lavoro, prestino attenzione al proprio stato di salute in particolare circa l’insorgenza di febbre e/o sintomi simil-influenzali (tosse secca, dolori muscolari diffusi, mal di testa, rinorrea, mal di gola, congiuntivite, diarrea, vomito); in tal caso evitino di recarsi al lavoro e avvisino tempestivamente il proprio medico di medicina generale;
Per quanto riguarda i trattamenti di idrochinesiterapia non vi sono sufficienti evidenze per fornire indicazioni specifiche cui attenersi. Va sottolineato che diverse fonti autorevoli (P.L: Lopalco, F. Pregliasco ad esempio) confermano che in piscina, in condizioni di adeguata clorazione dell’acqua, il virus viene inattivato. Il problema principale connesso a questo setting è legato all’ambiente caldo-umido proprio delle piscine (soprattutto se al coperto) e degli spogliatoi e dei locali adiacenti. Tale condizione infatti facilita la permanenza del virus nell’aria (aerosol). La messa in pratica di trattamenti idrochinesiterapici necessita quindi di garantire con il massimo rigore, sia in piscina che negli spogliatoi e negli ambienti adiacenti, un distanziamento interpersonale esteso a distanze maggiori di quanto indicato in altri contesti (1,5-2 m). I locali, a loro volta, devono essere molto più frequentemente areati anche in modalità forzata con il posizionamento di idonei e certificati sistemi di ventilazione. Per quanto riguarda i DPI di cui all’Allegato 1 in piscina sono da utilizzare gli occhialini a doppio elastico altamente impermeabili possibilmente in policarbonato al fine di evitare le microlesioni e il tappanaso. Pertanto, per l’idrochinesiterapia, si ritiene che prerequisito essenziale sia una autorizzazione Nazionale/Regionale/locale alla riapertura dell’impianto, dopodiché sarà comunque necessario rispettare le indicazioni dell’allegato 1, precisando che non essendo possibile indossare la mascherina ed essendoci il rischio aerosol, dovranno essere mantenute ampie distanze (sicuramente superiori a m 1,5-2, ma attualmente di fatto non definite) non solo tra i singoli pazienti, ma anche tra utenti ed operatori sanitari.
- Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro
- Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da SARS-COV-2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie aggiornato al 28/03/2020