Si stima che in Italia si registrino in un anno circa 550.000 fratture da fragilità. Ebbene: il 75% dei pazienti colpiti da questo tipo di fratture non riceve un trattamento farmacologico. Non perché non esistano terapie, ma perché fino a pochi mesi fa non c’era un documento di riferimento per la corretta presa in carico del paziente.
Dall’ottobre 2021 esistono le Linee Guida sulle Fratture da Fragilità pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità: si tratta di Diagnosi, stratificazione del rischio e continuità assistenziale delle Fratture da Fragilità, un Documento all’avanguardia sul piano internazionale di cui si sentiva la mancanza a qualsiasi livello, che esso sia istituzionale, organizzativo, clinico o assistenziale.
Per tutti gli specialisti la pubblicazione delle Linee Guida per la gestione corretta, tempestiva e duratura delle fratture da fragilità è un chiaro traguardo. Un successo per chi – come la sottoscritta – ha perseguito questo obiettivo per anni, da un lato raccogliendo nella pratica clinica quotidiana i bisogni dei pazienti e di tanti specialisti multidisciplinari che lamentavano la mancanza di un riferimento basato sulle evidenze; dall’altro cercando con ogni mezzo di sensibilizzare i decisori e le istituzioni sulla necessità di prendersi in carico quell’epidemia silenziosa rappresentata dalla fragilità ossea non correttamente diagnosticata.
Per questo tutti i soggetti clinico-scientifici hanno condiviso l’importanza di realizzare – a partire dalle Linee Guida – questo Handbook che potesse rispondere alla necessità di tradurre in modo chiaro e sintetico le Raccomandazioni comprese nelle Linee Guida ad uso quotidiano di tutti gli operatori sanitari italiani. L’obiettivo di questo strumento è molto semplice: essere un documento di uso abituale e quotidiano per tutti coloro (medici, infermieri ed anche gli operatori sul territorio e nelle strutture ospedaliere) che hanno a che fare con pazienti a rischio di fragilità ossea.
INTRODUZIONE STORICA
Un’anziana si reca al pronto soccorso: si è fratturata il polso. La donna viene presa in carico e curata, la sua frattura viene ridotta, il polso viene
poi ingessato e la paziente – eventualmente con fissatori esterni – dovrà affrontare un periodo di riabilitazione di 1-2 mesi per tornare alle attività più normali della sua vita quotidiana. In tutto questo, come si nota, non si affronta mai una domanda: e se alla base della frattura non ci fosse un colpo casuale o una caduta, bensì una causa patologica non correttamente identificata? E se alla base della frattura dell’anziana ci fosse l’osteoporosi? E ancora: e se dopo la prima frattura ne arrivassero altre proprio causate da un’insufficiente qualità delle ossa della persona? Oggi il nostro SSN è attento ad identificare un paziente a rischio di frattura a causa di una carenza di densità ossea?
Sono oltre 4 milioni gli italiani colpiti da osteoporosi (3,2 milioni le donne e 0,8 milioni gli uomini). Il rischio di subire una frattura da fragilità nelle donne italiane, con età superiore ai 50 anni, è del 34% (31% media EU), negli uomini del 16% (14% media EU). In seguito alla prima frattura da fragilità il rischio di subire una successiva frattura, entro il primo anno, è cinque volte superiore.
Sono dati importanti e preoccupanti che anche da soli indicano l’importanza delle Linee Guida sulle Fratture da Fragilità pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità nell’ottobre 2021.
La Linea Guida Diagnosi, stratificazione del rischio e continuità assistenziale delle Fratture da Fragilità, è pubblicata all’interno del Sistema nazionale Linee Guida dell’Istituto Superiore di Sanità ed è stata realizzata con la collaborazione di FIRMO – Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso, SIOT – Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOMMMS – Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello scheletro, SIE – Società Italiana di Endocrinologia, SIMFER – Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa, SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, SIR – Società Italiana di Reumatologia, FNOPI – Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche. Il lavoro è stato coordinato dal Centro di Ricerca Interateneo Healthcare Research & Pharmacoepidemiology, Università MilanoBicocca. ALTIS-OPS, editore di politica sanitaria, ha offerto il suo coordinamento editoriale e di comunicazione.
Il Documento è il frutto di un lungo lavoro fatto da otto società scientifiche, diciotto associazioni di pazienti e due ordini professionali (FOFI e FNOPI) all’interno della Coalizione Frame, un’alleanza nata nel 2018 per richiamare l’attenzione sulla fragilità ossea e sulle sue conseguenze.
La Coalizione ha lanciato nella primavera del 2019 un Manifesto Sociale contenente alcune “azioni urgenti” per condurre la politica sanitaria, il SSN e le organizzazioni territoriali a farsi carico delle problematiche della fragilità ossea.
Tra le iniziative – che hanno compreso anche l’avvio di un Intergruppo parlamentare, la realizzazione di meeting regionali, la realizzazione di incontri pubblici e la produzione di comunicati stampa e interventi giornalistici per richiamare l’attenzione su questo tema – la realizzazione delle Linee Guida aveva un posto centrale, perché mancava uno strumento utile per l’elaborazione delle conoscenze multidisciplinari da trasferire nella pratica clinica quotidiana.
Così al termine di questo importante percorso è stata definita la presente LG sviluppata in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), composta di un corpus importante di contenuti (1190 pagine) ottenuti attraverso una metodologia rigorosa. Al suo interno vengono identificati e formulate raccomandazioni utili alle organizzazioni sanitarie, alla pratica clinica, ai pazienti. Ecco nelle prossime pagine i contenuti delle singole Raccomandazioni, con uno sguardo specifico alle loro ricadute in termini assistenziali.